Gennaio 2010 – estratto da “Del treno e di altri racconti”
Weiss Berlino
Sei gennaio, appena due ore di sonno, sveglia alle cinque, incapace di ragionare ma contento per la nottata e per i quattro giorni che mi aspettano.
Al gate dell’aeroporto di Orio al Serio la mia attenzione ricade sulle calzature da trekking che indossa la quasi totalità degli altri passeggeri, forse qualcosa sulle condizioni climatiche che mi attendevano a Berlino mi sarebbe dovuta balzare alla mente. Un’ora dopo mi trovavo a sbarcare in un paesaggio coperto di bianco, come le mie adorate montagne, altro che grigia metropoli. Poco male per le mie Nike abituate a girare per Bardonecchia tutto lo scorso inverno.
Alessia è li ad aspettarmi e poco dopo, ad aiutarmi a comprare un pass giornaliero per i mezzi urbani dal distributore automatico. Con il treno S9 raggiungiamo agevolmente casa sua (da sud est a nord est) per lasciare il mio ridottissimo bagaglio e, raggiunti da Tob, ci dirigiamo verso Alexander Platz, punto di partenza della prima giornata.
Disordinata e senza una logica è il punto di incontro di varie linee metropolitane. La prima cosa che spicca subito all’occhio è l’altissima Fernsheturm, la torre della televisione, visibile un po’ da ogni parte della città. Scattate un paio di foto all’orologio con l’ora del mondo (Weltzeituhr) ci dirigiamo a piedi verso la fontana di Nettuno e, successivamente, al Roten Rathaus, il Municipio Rosso, molto più suggestivo al calar del sole, quando viene illuminato. Abbandonati i grandi spazi aperti giungiamo nelle stradine in stile austriaco che portano alla imponente chiesa Nikolaikirche, la più antica di Berlino, risalente al 1230 ma ricostruita quasi per intero dopo il secondo conflitto mondiale. Passeggiando per il Liebknecthbrucke innevato scorgiamo il monumento dedicato ai padri del socialismo scientifico, Karl Marx e Friedrich Engels. Continua l’itinerario a piedi per le strade di Mitte, fino alla Unter Den Linden che termina con l’imponente Porta di Brandeburgo, che a detta delle mie due guide, solitamente i turisti si aspettano più grossa, io la trovo come me l’aspettavo, semplicemente imponente.
Infine arriviamo al Reichstag, sede del Parlamento Federale Tedesco, dove miracolosamente non incontriamo la solita coda estenuante di visitatori. In pochi istanti, superato il metal detector, ci troviamo all’interno di questo edificio di vetro, specchi e metallo. Seguendo la spirale si arriva fino in cima alla cupola, riuscendo a scorgere diversi panorami di Berlino. Terminato il giro all’interno del grande imbuto si va verso Friedrishain per una birra con altri conoscenti, in un localino senza troppe pretese ma accogliente e carino.
Anche la seconda giornata la passiamo in compagnia della neve, a spasso per Kreuzberg e per altri innumerevoli punti di interesse, che qui sono disseminati ovunque. Il CheckPoint Charlie e poi il monumento all’Olocausto, che a prima vista, complice anche lo strato di neve che lo ricopre, non rende al massimo. Una volta in mezzo ai suoi 2711 blocchi di cemento mi rendo conto del suo effettivo impatto!
Un giro al Sony Center per poi dirigersi al Curry36, di nuovo in Kreuzberg, per sperimentare la specialità locale in fatto di cibo da strada: il CurryWurst. Niente male questo wurstel con pomodoro e curry, ma diciamo che forse ho esagerato a mangiarne due e mezzo con aggiunta di patate. Giriamo ancora un po’ per la zona prima di rientrare a casa per riposare. La sera allo Shrine, sempre in zona Friedrishain, non facile da trovare se non lo si conosce, una specie di centro culturale/sociale con un deejay che mixa hiphop e blackmusic.
Terza giornata all’avventura nella parte Ovest di Berlino. Si notano subito le differenze architettoniche. Un’occhiata al Castello Berliner Schloss, ci perdiamo in cerca della vie delle Ambasciate e troviamo la colonna della Vittoria. Succede una cosa che per me ha dell’incredibile, chiediamo indicazioni ad un signore sulla sessantina, lui non è sicuro della direzione da consigliarci allora tira fuori il cellulare e telefona al figlio e ce lo passa per farci spiegare la strada. Questo, nella sua semplicità, rappresenta per me un atto di gentilezza e disponibilità a cui fino ad ora non avevo mai assistito.
Prendiamo un autobus fino alla Gedachniskirche, della quale rimane solo l’atrio, visto che il resto è stato distrutto dai bombardamenti. Accanto ai resti del suo magnifico stile neoromantico c’è la sala di culto ottagonale, soprannominata dai berlinesi ‘dente cariato’, poco invitante dall’esterno, molto particolare al suo interno, dove spicca una statua dorata del Cristo che sembra galleggiare tra il blu dei vetri delle pareti.
Uno sguardo esterno al famoso Zoo (visto che entrambi siamo contrari a questo genere di attrazione) e poi di ritorno in Prenzlauer Berg per organizzare la cena e aspettare i numerosi invitati.
Fuori la neve, dentro il calore della compagnia. Una piacevole serata in compagnia di ragazze e ragazzi provenienti da varie parti del mondo, chiaccherando in varie lingue e bevendo varie Berliner Pills, Beck’s e Berck’s Green Lemon.
L’ultima giornata inizia con un’incursione alla SkateHalle, un enorme skatepark coperto vicino allo Shrine, negli stessi vecchi fabbricati coperti di murales. Seguirà una lunga camminata osservando le opere d’arte dipinte sui resti del Muro che prendono il nome di East Side Gallery. Infine il quartiere ebraico che, ad eccezione della sinagoga, di ebraico non ha nulla.
Si arriva cosÏ al Tacheles, il centro culturale e artistico all’interno di un fabbricato in rovina decorato da numerosi graffiti. Nei diversi piani ci sono numerose gallerie di artisti, un bar e un cinema, anche in questo caso il bianco fresco della neve posata sulla strada rafforza la sensazione piacevole che si ha all’interno della struttura.
Prima di ripartire restava una missione da compiere, verificare se effettivamente il kebab che si trova a Berlino è un’altra cosa rispetto ai vari provati a Torino. Veniamo consigliati da un conoscente sul ‘Hasir Restaurant’. Il locale è molto carino, ben recensito a giudicare dai ritagli di giornale incorniciati e appesi ai muri, il prezzo ottimo, qualità e gusto anche (giudicato usando la clausola del ‘mattino dopo’). E’ il tempo di riprendere la S9 e dirigersi a Schoenefeld dove i trenta centimetri di neve caduti nelle ultime ventiquattro ore si decolla prolungano il mio soggiorno di un’oretta, passata a bordo dell’aeromobile mentre gli operatori procedevano alla pulitura delle ali e dei motori.
Tornato da questi quattro giorni sono riuscito, soprattutto grazie alle chiacchierate con Ale, Tob e gli altri, a farmi un’idea di come si svolga la vita e delle caratteristiche di questa nuova meta. Non ero mai stato in Germania, ma lo stereotipo che salta subito alla mente quando si pensa a questa nazione, a Berlino viene subito sconvolto. Le strade non sono pulite e ordinate come si pensa, le persone sono civili ed educate, e molto esaustive quando vengono interrogate per informazioni su luoghi e mezzi. L’organizzazione dei mezzi di trasporto pubblico, a me sembrata buona (ed economica, giornaliero: 6,10€ per le zone A e B fino alle tre di notte), è in realtà mal vista dai residenti. E’ una città molto vasta e con vari ‘centri’ e questo può spiazzare un po’, io ho avuto la fortuna di aver a disposizione due guide ‘quasi’ locali e credo di aver risparmiato un sacco di tempo, elemento preziosissimo vista la breve durata del soggiorno. Nonostante le dimensioni e la temperatura mi è apparsa come città decisamente vivibile, soprattutto dal punto di vista delle spese, in rapporto ai redditi. Quattro giorni sono pochissimi, ma le impressioni generali sono state positive.