Dopo meno di un’ora dal mio arrivo nella capitale danese mi è venuto spontaneo pensare “cavolo! ci sono i lego, c’è tanta patata ci sono tante ragazze carine e tantissime biciclette! ci vivrei volentieri qui!”. Questa è stata la primissima impressione passeggiando nei dintorni di Kogens Nytorv verso l’ostello.
Come a Madrid anche qui il centro città si raggiunge facilmente in metropolitana dall’aeroporto. Mappa tra le mani, pochi istanti dopo aver lasciato il mio piccolo bagaglio in ostello, mi incammino verso Nyhavn, il caratteristico canale che si vede in varie foto della città, costruito in passato per collegare il porto al centro città. In acqua qualche fascinoso vecchio barcone ormeggiato ed alcune barche scoperte, basse e larghe che offrono tour dei canali, in superficie gli edifici colorati ospitano bar, ristoranti ed altri locali. Un simpatico panda di peluche siede rilassato scrutando con aria amorevole i passanti, lo saluto e proseguo la mia passeggiata.
In pochi minuti raggiungo Amalienborg plads. La piazza si presenta con quattro edifici quasi identici, uno dei quali è la residenza reale; al centro una stata equestre punta verso la Frederikskirken con la sua enorme cupola. Continuando a camminare arrivo poi al Kastelet, quella zona verde a forma di stella che mi incuriosiva sulla cartina, rivelatasi una fortezza con all’interno delle caserme rosse. A poca distanza c’è un altro simbolo della città, la statua raffigurante la Sirenetta che, nonostante le piccole dimensioni, si individua facilmente da lontano vista la massa di persone intente a fotografarla.
Quando lasci la tua città con temperature bollenti e ti ritrovi giornate fresche camminare diventa piacevole ma il mio interesse si sposta spesso sulle numerose biciclette e su quanto la città sia predisposta per ottimizzarne l’uso. Non parlo solo di piste ciclabili, che sono ovunque, larghe e ben distinte dalle corsie per le auto; in ogni scala o sottopassaggio sono presenti guide per le ruote, su tutti gli S-train (la metro ha solo due linee, il resto della città è coperta da questi treni cittadini) sono disponibili vari spazi dedicati e così via. La cultura della quotidianità della bicicletta viene fuori anche osservando quanto i ciclisti stessi siano educati nel segnalare ogni svolta o cambio corsia e fermarsi per attraversare a piedi in presenza di strisce pedonali, e per ciclisti intendo tutti, persone di ogni età e professione. Inoltre le rastrelliere sono ovunque ma non è necessario assicurarsi che la propria bici sia legata ben salda, è sufficiente bloccare con un catenaccio o con “l’anello” che molte bici hanno collegato al telaio la ruota posteriore e lasciarla dove si preferisce, nessuno la toccherà.
Distogliendo l’attenzione da bici e ragazze in bici giro con piacere sull’isoletta di Slotsholmen, il centro storico attorno al quale si è sviluppata poi tutta la città con il suo imponente Christiansborg slot, il palazzo sede del parlamento danese. Prima di visitare il Nationalmuseet e di concedermi un pranzo a base di salmone (che si è rivelato poi un’insalata a base di salmone) resto affascinato dalla guglia a spirale del Borsen, l’ex edificio della borsa. Proseguendo verso il fiume, in netto contrasto con gli edifici storici, sorge il ‘diamante nero’, l’ampliamento della Biblioteca Reale, una forma geometrica di granito e cristallo che riflette talmente bene (in tono scuro) il cielo e le nuvole che da qualche angolazione sembra addirittura mimetizzarsi tipo Stealth.
Mi imbatto senza saperlo e senza cercarla nella ‘fontana della carità’ che a detta della guida è un ritrovo per suonatori, ma non ne trovo neppure uno. Sulla stessa piazza si trova il Domhuset, l’edificio rosa sbiadito del tribunale e, poco distante la cattedrale Vor Frue Kirke con le sculture del Cristo e degli apostoli.
Ancora qualche passo per raggiungere la piazza del municipio con l’imponente Radhuset (il municipio appunto) e la statua dedicata ad Andersen rivolta verso il Tivoli, il caratteristico parco divertimenti.
Nella zona sud-est di Copenaghen mi imbatto nella piscina portuale Island Brygge Havnebadet ma non so dire se la poca affluenza fosse dovuta alla pioggerella che andava e veniva o al fatto che più che una piscina, si tratta di una parte del canale Sydhavnen. Proseguendo tra la residenziale Christianshavn arrivo finalmente al Loppen e all’ingresso di Christiania. Di cosa si tratta? diciamo che è un po’ una città dentro la città, una comunità indipendente nata negli anni ’70. Numerosi cartelli chiedono di non fotografarne l’interno ed io li rispetto mettendo via la fotocamera. Tralasciando la ‘via principale’ dove sorgono varie bancarelle, qualche ‘green point’ con diversi pusher e alcuni locali trasandati, addentrandosi tra i vari edifici si trova di tutto. Un deposito di ricambi per biciclette e il capannone dove si producono le caratteristiche Christiania Bikes, uno skatepark ricavato in una baraccona con diverse assi di legno mancanti, fino a trovare un alto camino ricoperto per metà di rampicanti ed una sorta di capanno/grande magazzino che vende diversi generi di cose. Mi siedo su una collinetta guardando verso il canale Stadsgraven e mi fanno compagnia per una breve chiacchierata un paio di ragazzi ‘del luogo’.
Se in media i prezzi per cibo e spostamenti sono piuttosto elevati, resto sorpreso dalle numerose offerte che propongono bar e locali notturni sugli alcolici. Pensavo di trovare una situazione simile a Stoccolma, dove bere oltre che caro è anche ‘difficile’, nulla di più sbagliato. Passo un paio di serate in giro per soddisfare la curiosità di vedere la ‘trasformazione’ dal giorno alla notte e ne vale la pena, salvo qualche biondino ondeggiante e qualcun altro vomitante, la città si rivela piuttosto animata!
Circa una quarantina di chilometri a nord di Copenaghen si trova Helsingor, cittadina sulla costa dove sorge il Kronborg slot. Famoso perché Shakespeare vi ambientò l’Amleto e definito dalla guida il “castello più imponente di Danimarca” non lo trovo tanto imponente quando esco dalla stazione e mi incammino lungo la zona portuale. Man mano che mi avvicino e, una volta dentro, cambio idea soprattutto quando mi trovo nell’enorme sala da ballo del palazzo, che si estende per ben 62 metri di lunghezza. Visito tutte le aree del castello, dalla piccola cappella ai sotterranei dove si riunivano le guardie per poi risalire nelle diverse stanze ed arrivare in cima alla torre piatta da dove si ha una splendida visuale sia sulla vicina costa svedese che sulla cittadina. Un giro all’ala dedicata al museo marittimo con dettagliati modellini e riproduzioni in scala reale di cabine e altre parti delle navi e poi, approfittando di una tregua della pioggia, relax sulla spiaggetta prossima al castello.
Trovandomi in Danimarca non potevo non realizzare quello che era uno dei miei maggiori sogni quando ero bambino. No no, non parlo né di fare l’astronauta né di diventare calciatore, da bambino sognavo di visitare Legoland ed ora, a 31 anni, questo sogno l’ho realizzato.
Billund si trova a meno di trecento chilometri verso ovest e, organizzando la mia ‘gita’ con qualche giorno d’anticipo su internet riesco a risparmiare qualcosina sugli altissimi prezzi dei biglietti di treno, autobus e ingresso.
Finalmente sul posto noto con piacere che non sono l’unico ‘non più bambino’, oltre alle famigliole classiche ci sono tantissimi ragazzi e ragazze più o meno adulti. Non mi interessano le varie attrazioni costituite da montagne russe e simili e mi dedico quasi completamente alla ‘miniland’. Una serie di costruzioni riproducono costruzioni reali come Nyhavn di Copenaghen, una parte di Amsterdam e numerosi altri posti. Il tutto è reso ancora più realistico da bonsai che fungono da alberi e strisce d’erba curata che fungono da giardini ed un tocco di magia è dato dal fatto che tutto questo vive! da ogni struttura provengono diversi rumori, i camioncini si muovono per le strade, le imbarcazioni solcano i canali e si fermano in corrispondenza dei ponti che, a loro volta, si aprono per agevolarne il passaggio e così via. Per finire in bellezza c’è la zona dei Pirati, quella del Polo, il castello medievale e la zona Western e le spettacolari raffigurazioni tratte dai diversi episodi di Star Wars. Una giornata davvero bella che corona il sogno di un bambino.
In conclusione, la seconda parte di queste inattese vacanze 2012, si è rivelata un’esperienza molto interessante. Una città in cui non mi dispiacerebbe vivere e che mi ha dato l’impressione di unire parte del rigore del nord Europa ai tratti migliori e più rilassati del centro e sud. Le attenzioni dedicate ai ciclisti non finiscono dove finisce la capitale, infatti piste dedicate corrono parallele alle strade che portano fuori. La gente del luogo con cui ho avuto a che fare parla un buon livello di inglese ed è quasi sempre gentile e disponibile.
Giannino, 27 agosto 2012