Ogni volta che mi veniva domandato se fossi stato in Spagna rispondevo che ero stato qualche volta a Barcellona, nelle cittadine della costa, alle Baleari ed anche alle Canarie e poi pensavo ‘Cacchio mi manca Madrid! la capitale!’ Spinto da alcuni commenti del Biondino mi son deciso a farci un salto.
Un paio d’ore d’aereo da Torino, dall’aeroporto si raggiunge la città comodamente in metro.
L’ostello l’ho prenotato a Malasaña, poco a nord del centro, ma anche questa volta, come era successo a Dublino, pensando di uscire per fare una camminata nella zona e vedere i dintorni e Plaza de España mi son reso conto di quanto sia compatta la città ritrovandomi facilmente ai giardini de Sabatini, con le loro curate siepi geometriche. Tra gli alberi si scorge lo stile barocco del grande Palacio Real, li vicino Plaza de Oriente e la Plaza de la Armeria che affaccia sulla Catedral de Nuestra Señora de la Almudena.
Madrid è costituita da un intreccio di strade e stradine disordinate che inizialmente può destabilizzare ma, se si ha una mappa un po’ dettagliata, ci si orienta facilmente e si trovano ogni volta alternative diverse per arrivare a destinazione.
Mi accordo di essere nella Gran Via perché riconosco alcuni degli edifici visti giocando a GranTurismo 5 come il bellissimo Edificio Metropolis. Capito poi anche in Plaza de la Puerta del Sol, la piazza a semicerchio che è il punto più centrale della città. Poco distante Plaza Mayor che è il cuore della vita di Madrid. I muri rossi li riconoscevo da alcune foto che avevo già visto, quello che mi è particolarmente piaciuto sono gli affreschi sulla facciata della Real Casa de la Panaderia, i tavolini dei bar sono pieni di persone ad ogni ora.
Come suggerito dai ragazzi dell’ostello e incuriosito dai ricordi del videogioco dedico una visita a Plaza de la Independencia con la Puerta de Alcalà ed a Plaza de la Cibeles con il suggestivo Palacio de Comunicaciones, probabilmente il mio edificio preferito di quelli visti.
Durante questi cinque giorni ho avuto modo di visitare ben tre musei, credo il mio record assoluto per la stessa città durante la stessa vacanza. Ma cosa volete farci quando si ha la possibilità di vedere dal vivo capolavori come Guernica di Picasso al Reina Sofia, opere di Monet, Cezanne, Degas, Caravaggio e del mio favorito di sempre Van Gogh al museo Thyssen-Bornemisza e, chiaramente, non ho lasciato fuori il Museo del Prado, anche se devo dire che è veramente immenso. Inoltre, voglio esser sincero, non si possono passare cinque giorni sempre all’aperto in una città con temperature che sfiorano i 40°C.
Oltre a piazze e musei ho avuto modo di apprezzare le aree verdi presenti in città, in particolar modo passando il pomeriggio della domenica nell’esteso Parque del Buen Retiro, un grande parco dove si riversa gran parte della popolazione della città. Vi si trovano famigliole che giocano con i propri figli, coppiette sulle piccole barche del lago artificiale dominato dal Monumento de Alfonso XII, giovani che corrono o vanno in bici, altri che stanno sdraiati ad oziare sull’erba.
Anche se non sono proprio un fanatico del giuoco del calcio, mi avventuro per una visita allo stadio Santiago Bernabeu e, nonostante il prezzo a mio avviso alto, si rivela una bella esperienza trovarsi sul quel prato verde che ha visto le gesta di tantissimi campioni.
E nonostante sia contrario alla corrida sono pronto a consigliare una visita dall’esterno all’arena di Plaza de Toros, un bell’anfiteatro rosso scuro.
I madrileni hanno delle belle piazze, palazzi dall’architettura gradevole, dei fantastici parchi, musei eccezionali e lo stadio sede di uno dei più forti club del mondo ma c’è un’altra cosa su cui primeggiano, anzi sono due a dire il vero! La tavola e la vita notturna. Per ciò che riguarda la prima si spazia dalla cultura delle tapas (una sorta di aperitivi) a quella dei prosciutti crudi stagionati fino a piatti tipici davvero deliziosi, è stato un peccato non riuscire a prenotare al ristorante Sobrino de Botin (che è anche il più antico di Madrid e del mondo). Si mangia e si beve a tutte le ore, la birra costa meno dell’acqua e della Coca Cola, ma in linea di massima si fa sempre tardi rispetto alla nostra concezione di cena.
Stessa cosa si proietta sulla vita notturna, zone come quella in cui mi trovavo possono sembrare lande deserte per tutto il giorno ma diventano vivissime al calar del sole.
Per non farmi mancare proprio niente della capitale spagnola ho deciso anche di andare al più famoso mercatino dell’usato della domenica, El Rastro. Strano notare che si svolga al mattino, vista la tendenza a fare ‘tutto più tardi del solito’. La mia visita però dura meno di un quarto d’ora, come immaginavo mi ritrovo immerso in una bolgia di persone e se c’è una cosa che non mi piace, oltre allo shopping, è proprio il caos intorno allo shopping.
Giannino, 08 agosto 2012