In questi giorni pubblicherò una serie di articoli che sono nella mia testa da qualche giorno, settimana, mese ma che non sono riuscito a pubblicare. Questo è uno di quelli.
Quaranta, venti, trenta
Tranquilli, non è il periodo di feste che mi fa dare i numeri, è solo un ragionamento che mi è venuto in mente qualche giorno fa, in occasione del mio trentottesimo compleanno. L’anno scorso è uscito un film dal titolo “40 sono i nuovi 20” che per fortuna non ho visto e che, a quanto vedo, ha riscosso il successo che merita, nessuno. Spesso invece sento la frase che “i 40 sono i nuovi 30” e anche qui ho i miei dubbi, l’avrà pronunciata qualche fenomeno palestrato e lampadato magari a bordo della sua moto da aperitivo circondato da un paio di ragazzette che gli scroccano i drink in un locale del centro.
A quaranta non ci sono ancora arrivato e questo articolo ha poco a che fare con le peripezie mediche che mi hanno visto protagonista negli ultimi due anni e mezzo ma sinceramente non conosco nessuno dei miei coetanei pronto a confermare una delle due frasi di sopra. Certo nel 2018 l’aspettativa di vita e le abitudini sono totalmente cambiate da quelle di mezzo secolo fa ma non vedo nessuno che a quarant’anni riesce a fare quello che faceva a trenta o a vent’anni e a tenere gli stessi ritmi. Chi dice di riuscirci, mente. Il mio semplice ragionamento si basa sul fatto che è vero che negli anni (quasi tutti) facciamo esperienze che ci rendono più saggi, sperimentiamo nuovi stili di vita, cambiamo alimentazione e abitudini ma no, ragazzi, non ditemi che avete la stessa energia che avevate dieci e venti anni fa. Con ciò non intendo ovviamente dire che la vita finisca dopo i trenta ma che ci si debba godere altri aspetti di questa. Ve lo dice uno che mentre i suoi coetanei preparano l’albero con i propri figli è ancora indeciso se per Natale regalarsi dei Lego o dei nuovi guanti da snowboard.