La sveglia di ieri, sabato mattina, è stata una di quelle dove l’unico pensiero era quello rivolto alla colazione e la voglia di fare qualcosa durante la giornata era poca, quasi nulla. Avevo in mente un allenamento con la bici sui rulli di almeno un paio d’ore, ma non avevo voglia neanche di mettere la sempre fredda fascia cardio e i pantaloncini da bici. Un’oretta dopo mi viene la folle idea di selezionare su Zwift la voce “FTP TEST” invece del solito “pedala liberamente” ma decido di tornare a letto. Mi rialzo e decido di studiare il programma, dura 1 ora e 13 minuti. La descrizione parla di un segmento di riscaldamento, qualche secondo aumentando la potenza, poi di nuovo tranquilli fino ad arrivare ai 20 minuti che servono per calcolare la FTP. Ma di cosa si tratta? che cos’è la FTP?
La Functional Threshold Power, secondo la definizione di Allan e Coggan, è la potenza più alta che un ciclista è in grado di mantenere in modo costante per circa un’ora. Si tratta di un valore utile se si vogliono poi eseguire allenamenti mirati con un misuratore di potenza. Cosa centro io con tutto questo? Io che sono uno che in bici non ha mai guardato più di tanto i dati, se non quelli relativi al dislivello, uno che ha sempre preferito godersi il paesaggio e assaporare le salite? Niente, assolutamente niente! ma visto che negli ultimi tempi sto meglio e mi sto allenando con più costanza volevo avere un dato numerico che confermasse le mie sensazioni.
Ho comprato i rulli interattivi Tacx circa due anni e mezzo fa per riabilitarmi dalla frattura e per riprendere un po’ di condizione nel pieno dell’anno peggiore di sempre (vedi articolo 122 giorni a casa). Andando avanti con le pedalate virtuali e facendo sessioni un po’ più lunghe mi è arrivato un messaggio che indicava un valore FTP stimato intorno ai 144W, che per me, che all’epoca pesavo 52Kg equivale a circa 2,7Watt/Kg. Facendo esercizi e attività per lo più riabilitative non ho mai fatto tanto caso a questo valore.
Un paio di settimane fa, ad inizio quarantena, al termine di una sessione di due ore sui rulli mi è apparso sul monitor del computer un avviso che diceva che la mia FTP era passata da 144 a 167W (3,1 W/Kg), wow, ottimo.
Torniamo a oggi, anzi a ieri, sabato mattina. Colazione come al solito alle 8:00, verso le 10 indosso i soliti pantaloncini Mavic e quella maledettamente gelida fascia cardio Garmin, accendo il Mac e lo collego al rullo interattivo.
Man mano che seguo il programma con il riscaldamento, i piccoli incrementi e di nuovo la parte facile inizio a chiedermi come tenere 20 minuti costanti, dando il più possibile ma non troppo per non scoppiare. In realtà è una cosa che quando sono in bici, in salita in particolare, sono abituato a gestire bene, ma diciamo che negli ultimi tre anni non ho più fatto una salita dando tutto, le ho sempre fatte al 50/60% delle mie potenzialità. Arrivo al classico conto alla rovescia che preannuncia il segmento di FTP TEST e vado subito in confusione sul rapporto da usare per 20 minuti, un periodo di tempo in cui devo spingere ma senza esplodere. Dopo un primo minuto di confusione decido di passare dalla corona piccola a quella grande, quindi diminuire la cadenza (pedalare più lentamente ma con un rapporto più duro, tutto il contrario di quello che faccio di solito, rapporto agile e alta cadenza) e provo ad assestarmi intorno ai 185/190 Watt, mi sembra già tanto rispetto ai 167 di partenza. I minuti durano ore, però vedo che sto bene, le gambe, il cuore e i polmoni danno segnali incoraggianti e sul computer appare la scrittina “se ne hai di più spingi un po’ di più”. Salgo sopra i 200, mantenendo la stessa cadenza ma indurendo il rapporto. Il silenziosissimo rullo Tacx Flux Smart, inizia a fare un po’ di rumore, di solito non spingo rapporti così duri.
Il sudore scende che è un piacere, fuori è primavera, a Torino ci sono 19°C, in cameretta ce ne saranno almeno cinque in più. Quando sullo schermo appare l’indicazione che mancano ancora 5 minuti e l’esortazione a dare di più inizio a chiedermi chi me l’abbia fatto fare, un po’ come quando l’amico a caso (Ema) ti porta a fare salite che non hai mai affrontato. UN MINUTO ALLA FINE, questa volta il consiglio a monitor è di andare ALL IN. Caldo tropicale, cascate di sudore, mi esce spontaneo inveire verso il monitor a voce alta “perché fino ad ora abbiamo scherzato?”. Provo a spingere ancora un po’, vado anche vicino ai 300 Watt per qualche secondo, poi mi attesto sui 250 fino alla fine del segmento.
Ho passato almeno 18 dei 20 minuti concentrato solo sul gesto, sul movimento delle gambe, sulla respirazione e sulla posizione sulla bici. Il caldo, i muscoli che bruciano e il fiato tirato mi fanno ignorare la media dei watt, controllo con la coda dell’occhio ogni tanto per vedere di non scendere sotto i 185. Beh, conto alla rovescia, appare la scritta bianca, bordata di nero, ben contrastata “Your FTP is now 200W, Good Job!”.
Veniamo alle conclusioni di questa ora e tredici minuti di test. 200 Watt non è una cifra enorme, ma diventa degna di nota se rapportata al mio peso, 53,9kg al momento del test. Il rapporto è di 3,7 Watt per Chilo. Anche questo numero potrà non sembrare enorme, ma se teniamo in considerazione il punto di partenza (2,7 e poi 3,1W/Kg) e soprattutto la mia condizione degli ultimi tre anni e tutti i problemi fisici che ho avuto per me è un risultato buono, quasi ottimo. Un risultato che vede le sensazioni di miglioramento di questo periodo confermate dai dati. Questo test mi fa ben sperare per il futuro, per quando si potrà tornare in strada, a scaricare questi watt sull’asfalto! (sì, lo so, quest’ultima frase è un po’ da esaltato pummarola pro, ma ci voleva dai!).
Per dovere di cronaca un professionista ha valori tra i 6 e i 7 W/Kg, un buon amatore è intorno ai 4 W/Kg (fonte Albanesi.it).