Probabilmente vi aspettavate un articolo sul finale di questo bizzarro anno, su come l’ho passato, sui festeggiamenti del mio quarantesimo compleanno e, magari, su quali sono i miei progetti futuri. E invece no, vi racconto molto brevemente il mio pensiero sui libri letti nel mese di dicembre del 2020. La premessa è che vengo da studi di economia e turismo, non sono un letterato, quindi prendete quanto segue come il “parere di un conoscente” e non come una recensione fatta da un esperto.
I Bottoni di Napoleone (Penny Le Couteur)
È un mattoncino di 408 pagine che racconta come 17 molecole abbiano influenzato la storia. Ci si troverà davanti a pagine e pagine di un miscuglio tra chimica e storia, che io ho vissuto come un lungo giro sulle montagne russe, con momenti estremamente interessanti alternati da momenti molto noiosi. È senza dubbio una lettura interessante ma bisogna impegnarsi un pochino, quindi non mi sento di consigliarla a tutti.
La fattoria dell’animale (Daniele Fabbri, Stefano Antonucci)
Il fumetto dell’amico romano Daniele è quel tipo di lettura che riesce a farti divertire ma allo stesso tempo alterare, per non dire incazzare, per quanto sia crudo e reale quello che viene raccontato. I disegni sono ben fatti ma non incontrano a pieno il mio gusto. Questo lo consiglio a tutti ma, attenzione, non è Topolino!
Il ragazzo selvatico. Quaderno di montagna (Paolo Cognetti)
Una lettura breve e piacevole, emozionante e coinvolgente, secondo me è il punto da cui poi verrà fuori “le otto montagne”. Ideale se amate la montagna, non vi anticipo altro.
Dalla Terra alla Luna (Jules Verne)
Sono da sempre un sostenitore di Verne e sono molto sincero nell’ammettere che per la prima metà del libro non riuscivo ad entrare in sintonia con il testo e ad emozionarmi. Ma sono andato avanti e ne è valsa la pena. Certo non lo considero uno dei suoi libri migliori ma merita una lettura.
Torino. Il guardiano dei cavalieri (Ivano Barbiero)
Questo è probabilmente il primo libro noir che leggo in vita mia, o comunque il primo che ricordi. Mi è piaciuta molto l’ambientazione nella Torino degli anni ‘60 con descrizioni accurate e atmosfere cupe. Alcuni tratti forse rallentano un po’ il ritmo ma non lo rendono mai noioso. Bastano 224 pagine, veloci, per immergersi in un’esperienza interessante.
Patagonia express (Luis Sepulveda)
Questo è il classico libro che nasce da una serie di appunti presi qua e là dalle Moleskine dell’autore, quindi non aspettatevi un classico romanzo di viaggio. CI sono aneddoti ed episodi, la lettura è scorrevole. Non aspettatevi un capolavoro assoluto ma a me, forse proprio perché conosco quasi tutti i posti dove sono ambientate le vicende narrate, è piaciuto.
Questi sono i libri che ho letto nel mese di dicembre. Di solito ne leggo un paio al mese, ma nell’ultimo periodo sto leggendo un po’ di più e sono contento. Resti tra noi, se il compleanno dei miei 30 anni, il 18 dicembre 2010, l’ho festeggiato su una spiaggia del sud del Messico, facendo surf e bevendo birra circondato da tanti nuovi amici, quello dei miei 40 anni, il 18 dicembre 2020, ero nel letto molto presto con un libro tra le mani e buonanotte.
Se riuscirò a portare a termine il mattone da poco più di 900 pagine in cui mi sono imbattuto in questi giorni penso pubblicherò anche un articolo sui libri letti a gennaio.