Ferragosto 2024, tra mucche e papere

Per me è strano svegliarmi prestissimo senza mettere la sveglia ed è ancora più strano andare in montagna, il giorno prima di Ferragosto, senza trovare traffico per strada. E con questa premessa inizia il racconto breve, brevissimo, di un paio di giorni immerso nella natura.

Sono partito il 14 mattino, con il fedele Qubo, in direzione valle Argentera. Me ne parlano bene da anni, non l’avevo mai visitata. Sono arrivato senza problemi, si certo la strada non è asfaltata e ci sono anche un paio di guadi, ma niente che una guida prudente non possa superare.

Parcheggiato il Qubo in mezzo a camper di ogni tipo e fuoristrada mi sono incamminato, totalmente a casaccio, come faccio spesso. Aria fresca, poca gente in giro, tanto, tantissimo verde. Lungo il percorso ho incrociato qualche persona ma erano più le mucche, tante mucche. Sono stato a spasso un paio d’ore, salendo e scendendo dai sentieri, con calma, rilassando la vista e tutto il resto.

Nel primo pomeriggio inizia a piovere, poco ma piove. Decido allora di cambiare programma, anche se in realtà non avevo un vero e proprio programma. Così cucino al volo e mi rimetto in strada. Direzione Bousson, un paesino una manciata di case attraversate da una stradina, tutte in legno e pietra molto belle con tantissimi fiori. Silenzio, tranquillità, bello!

Ricomincia a piovere e allora decido di spostarmi verso Oulx, visto che il mattino dopo avrei dovuto farmi trovare lì, ho anticipato. Ci sono passato un sacco di volte da qui ma non mi ci sono mai fermato. Avendo tempo a disposizione l’ho girata in lungo e in largo a piedi.

Arriva così la mattina di Ferragosto, è il momento di lasciare scarponi e bastoncini e di pedalare. Puntuale arriva in stazione Maria e con lei, ci avviamo su per la ripida salita che da Oulx porta a Sportinia, passando per Sauze d’Oulx. Affrontiamo le rampe e i tornanti con calma, non siamo in gara, ci prendiamo tutte le soste che vogliamo. Poi finisce l’asfalto e ci si inoltra nei boschi, su uno sterrato quasi sempre facile, ma con pendenze a tratti vicine al 20%. Scopriremo al ritorno che c’era una parte della strada dell’Assietta decisamente più facile.

Sul prato ci sono tante persone ma non troppe, troviamo posto poco distanti dal palco. Menzione doverosa alla cover band mista di Liga e Vasco che, seppur non siano i miei cantanti preferiti, i “ragazzi” sul palco li hanno impersonati alla grande.

Il cielo è coperto finché non salgono sul palco The Spell of Ducks ed esce il sole! E non sto romanzando il tutto, mi riferisco proprio al meteo che cambia improvvisamente sulle prime note della prima canzone.

L’esibizione è come sempre coinvolgente e lo si nota dalle reazioni del pubblico, di tutto il pubblico. Un’ora e mezza che passa sempre troppo velocemente, bravissimi, come sempre se non li conoscete andate a vederli, dal vivo!

Salutati amici, colleghi ed ex colleghi, riprendiamo le bici, torniamo giù e, dopo un gelato, bici in macchina e autostrada verso casa.