Scendi dall’aereo, guardi gli autobus a due piani parcheggiati in contromano e credi di essere in Inghilterra. Poi paghi in euro il biglietto per la corsa fino in città e noti che le indicazioni sulle distanze sono espresse in chilometri.
L’ostello che ho prenotato affaccia sul fiume Liffey ed è di fronte a The Four Courts, l’ho scelto perché mi sembrava in una posizione comoda per raggiungere un po’ tutti i punti di interesse senza sforzo.
Successivamente ti accorgi che Dublino è una città veramente compatta e che puoi fare tutto tranquillamente a piedi o ancor meglio in bicicletta visto che gli automobilisti sono molto educati e rispettosi.
Bastano pochi passi nella zona medievale per trovarsi davanti alle imponenti chiese Christ Church Cathedral (datata 1030) e alla Cattedrale di San Patrizio (1192) per poi arrivare al Dublin Castle (1204) collegato alla Royal Chapel.
Tornando verso il fiume ci si imbatte nella zona di Temple Bar, brulicante di pub e bar che offrono quotidianamente birra a fiumi e musica dal vivo.
Il Trinity College invece rappresenta quella che nel mio immaginario è da sempre l’Università tipo, con strutture dall’architettura pregiata che circondano il campus.
Marrion Square è un bel parco urbano con la statua di Oscar Wilde comodamente sdraiata su una roccia mentre St Stephen Green offre numerosi sentieri nel verde ed un laghetto vicino al quale è piacevole passeggiare prima del tramonto.
Il Phoenix Park è situato a nord ovest e rappresenta un’enorme polmone verde nel quale dedicarsi allo sport che si preferisce o anche solo portare i figli per una passeggiata domenicale in bicicletta.
In Grafton Street si trovano numerosi negozi e su O’Connell oltre alle statue spicca il Monumento di Luce, The Spire, uno lunghissimo spillo di metallo che si allunga verso il cielo, sovrastando la gracile statua di James Joyce li vicino.
Ma Dublino non è solo architettura e storia, ero consapevole che avrei trovato numerosi Pub ma non mi sarei mai aspettato che fossero così tanti. Uno accanto all’altro, numerosissimi.
Qui il pub è una cultura radicata nelle persone di tutte le età, se al pomeriggio bevo la mia prima pinta di Smithwick’s di fronte ad un signore sulla quarantina in compagnia del figlio di cinque anni che gioca con un Transformers, la sera decido di ordinare la mia prima Guinness nel pub più antico d’Irlanda, The Brazen Head. In sottofondo c’è un’esibizione live ed è naturale lo scambio di qualche battuta con un’allegra comitiva di settantenni per poi finire a chiacchierare con una biondina scozzese.
Con mio piacere ho notato che gli irlandesi non sono cordiali e gentili solo dopo qualche pinta di birra ma anche quando sono sobri ed hai bisogno di indicazioni o vuoi solo scambiar qualche parola mentre aspetti il treno o sei in coda per entrare al Guinness Storehouse.
Il museo della famosa birra scura è una struttura di sette piani a forma di pinta che racconta tutto sulla storia della bevanda, imperdibile per chi ne è appassionato, può risultare interessante anche a chi invece non è attratto dalla birra per la possibilità di avere una vista panoramica su tutta la città dal Gravity Bar posto all’ultimo piano.
Veniamo a quella che può sembrare una nota dolente, i prezzi. Tralasciando le tariffe degli ostelli che sono in linea con il resto d’Europa tutto il resto può sembrare caro alle tasche italiane, se lo si guarda invece in proporzione allo stipendio medio degli irlandesi è invece adeguato. Inoltre i Main Courses, o piatti principali dei menù, sono talmente abbondanti e calorici che possono considerarsi un pasto completo, a volte anche due. Se si vuole risparmiare ci sono i fast food, ma così si perde in partenza la sfida di finire l’enorme porzione di Fish and Chips di Leo Burdock’s o il piacere di gustarsi un Irish Stew cotto con la Guinness.
Con il trenino della Dart si possono fare interessanti escursioni fuori porta senza necessariamente impiegare troppo tempo.
Quaranta minuti a nord si trova la cittadina di Howth, con i suoi moli e le pescherie. Raggiunta la sommità della collina la foschia impedisce la vista sulla baia, ma la scogliera sul quale sorge il faro, Baily Lighthouse, è uno scenario su cui vale la pena soffermarsi.
Quaranta minuti a sud invece è situata Dalkey, un piccolo villaggio medievale.
Giannino, novembre 2011